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SANSEPOLCRO

Sansepolcro

In ogni tempo il viaggiatore che si trova, si è trovato o si troverà, a passare per il Borgo del Santo Sepolcro, rifletterà sempre sul toponimo di questa città, connesso – si pensa – alla leggenda della sua fondazione cristiana, a seguito di un evento miracoloso, da parte dei due pellegrini, Arcano ed Egidio, di ritorno dalla Terra Santa con pietre estratte da quei luoghi.

Da qui in poi la crescita attorno alle preziose reliquie del primo “borgo” abitato che, con il passare del tempo, prospererà elevandosi fino al rango di “città”. Certo è che al passaggio dei Santi fondatori, poco dopo l’anno mille, Sansepolcro, o per meglio dire questo “nucleo abitato”, era già conosciuto, frequentato e vissuto da almeno 1300 anni (numerose infatti sono le testimonianze archeologiche a partire dal III sec. a.C.).

Grazie soprattutto alla fortunata posizione geografica, così strategica, posta sulla prima valle che si apre lungo il corso del Tevere, Sansepolcro si è fatto terra di passaggio per i popoli tra strade e confini di dolci colline.
Recenti scavi archeologici in località Trebbio, una frazione cittadina vicinissima all’attuale corso del Tevere, hanno riportato alla luce un abitato proto-urbano di circa 20 ettari, con una frequentazione compresa tra l’VIII e il VI sec. a.C., attribuibile a popolazioni umbro-picene.
Sansepolcro è documentata dal 1013 come possesso dell’abbazia benedettina, in seguito camaldolese, intitolata al Santo Sepolcro e dal 1038 come Mercatale.
Il borgo formatosi intorno all’abbazia venne fortificato da mura a partire dal XII secolo per inglobare, con successivi giri di mura, l’espandersi degli edificati urbani che si costituirono intorno a successivi insediamenti religiosi. Verso la metà del trecento, Sansepolcro conobbe la dominazione dei Visconti, Signori di Milano, per poi passare nel 1371 sotto quella dei Malatesta di Rimini e rimanervi per circa 60 anni.

Il devastante terremoto del 1352 rende ad oggi difficile la ricostruzione dell’evoluzione urbanistica del periodo antecedente questa data. Dopo il passaggio, nel 1441, dai domini della Chiesa a quelli di Firenze, l’assetto architettonico definitivo di Sansepolcro si ebbe al tempo di Cosimo I De’ Medici, quando si decise il rafforzamento difensivo della fortezza e delle mura, con la demolizione dei borghi esterni.
Si avviava così l’inserimento nel reticolo urbano della casa con cortile dal modulo fiorentino e la costruzione di monumentali palazzi nobiliari che caratterizzano gli scorci cittadini più belli. Nell’anno del Signore 1520, grazie a papa Leone X, Sansepolcro fu eretta a Sede Vescovile.

Il Percorso

Il grande anfiteatro naturale descritto da Plinio il Giovane è la cornice dei numerosi itinerari turistici che si snodano lungo le strade ed i vicoli di Sansepolcro, segnati dalle altresì numerose opere d’arte, non solo pittoriche, ma anche architettoniche, presenti in città.

Partendo dalla piazza principale del centro storico, che prende il nome dalla medievale “Torre di Berta”, purtroppo minata e distrutta nel 1944 dall’esercito tedesco in ritirata, restano ancora, a ricordo di detta torre, le dimensioni indicate a terra dai quattro angoli segnati esattamente laddove si ergeva.
Si affacciano sul lato orientale della piazza: il cinquecentesco palazzo Pichi (riconoscibile anche dalle finestre a bugnato), frutto dell’accorpamento di case-torri medievali, ed in angolo con via dei Servi, il palazzo Giovagnoli del secolo XIII. Proseguendo su via Matteotti, si trova la Cattedrale di San Giovanni Evangelista, il “Duomo”,  edificato in forme romanico-gotiche agli inizi del XIV secolo per sostituire la precedente abbazia benedettina-camaldolese del X secolo.

La chiesa più importante di Sansepolcro ospita al suo interno opere inestimabili, prima tra tutte, nella cappella a sinistra del presbiterio, la scultura lignea dipinta del Cristo Tunicato noto come “Volto Santo” risalente al secolo IX.
Si notino anche: sulla navata destra, l’affresco attribuito a Bartolomeo della Gatta (Pietro Dei, 1448 – 1502) raffigurante la Crocefissione di Cristo; dietro l’altare maggiore della navata centrale, il trecentesco Polittico della Resurrezione, del senese Niccolò di Segna e nella navata sinistra la grande tavola dell’Ascensione di Cristo del Perugino (Pietro Vannucci, 1448 ca. – 1523).

Davanti alla facciata del Duomo, parte da un piccolo arco la via della Castellina: una lapide murata in alto la indica, in lingua latina, come la prima strada di Sansepolcro.
Il percorso continua sempre su via Matteotti dove, a fianco del Duomo, si apre l’imponente loggiato manierista del cinquecentesco palazzo delle Laudi, opera iniziata da Alberto Alberti (1525/26 – 1598) e conclusa, agli inizi del seicento, da Antonio Cantagallina, con lo splendido cortile oggi sede del municipio.

Concludiamo sulla piazzetta Garibaldi dove il possente arco della Pesa unisce in una terrazza sopraelevata, il trecentesco palazzo della Residenza, oggi sede del museo Civico, che ospita le famose opere di Piero della Francesca, al palazzo Pretorio, (XIV secolo), riconoscibile dagli stemmi nobiliari quattrocenteschi, opera dei Della Robbia.
A volte, per scoprire arte e cultura presente o passata, non occorre coprire grandi distanze, bastano cento passi nel cuore di un borgo medievale e salire dodici scalini per incrociare lo sguardo con la più affascinante opera d’arte del Mondo: “La Resurrezione” di Piero della Francesca.

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