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Città di Castello

Città di Castello

Città di Castello non ha un castello. Se vi addentrerete nei vicoli del centro storico alla ricerca di chissà quale fortilizio medioevale, resterete non poco delusi. Il nome “Città di Castello” è il frutto di una lunga genesi il cui sviluppo è legato al succedersi dei periodi storici che la città ha trascorso.

Il primo agglomerato urbano di cui si hanno testimonianze storiche era quello di Tifernum Tiberinum, un porto romano sul Tevere che ha lasciato in eredità agli attuali abitanti di Città di Castello l’appellativo di “Tifernati”. Dell’insediamento romano sono stati recentemente scoperti dei resti archeologici, oggi parzialmente visibili nella parte sud del centro della città (quartiere Mattonata).

Con l’arrivo dei Longobardi, nel sesto secolo, Tiferno diventa Castrum Felicitatis, cioè “Castello della Felicità”. In epoca comunale, acquisendo indipendenza e potere, il Castrum (accampamento in latino) diventa Civitas, da cui poi la denominazione Civitas Castelli, generatrice del definitivo Città di Castello.
Per il turista il parcheggio più comodo per visitare la città è sicuramente quello gratuito di Piazzale Ferri.

Uscendo dal parcheggio vi troverete subito dinanzi alle antiche mura di cinta il cui impianto originale risale al 1200, ma che, nel corso della storia, sono state ricostruite e restaurate più volte. Per un più agevole accesso al centro storico sono state realizzate all’interno delle stesse mura delle scale mobili che vi condurranno all’interno dei Giardini del Cassero, piccolo parco teatro dei primi amori e delle scorribande dei giovani tifernati. Oltrepassandoli vi troverete nella piazza medioevale della città,  Piazza Gabriotti, altrimenti chiamata “Piazza de’ Sotto”. La piazza, oltre ad ospitare il giovedì e il sabato mattina il mercato cittadino, è sede dei più importanti monumenti della città:

- il Duomo,  il Museo del Duomo e il Palazzo Comunale furono realizzati tra il 1322 e il 1338 da Angelo da Orvieto, rinomato architetto autore anche del palazzo dei Consoli di Gubbio;
- la Torre Civica, denominata anche Torre del Vescovo per la sua posizione attigua al Palazzo vescovile, fu edificata nel 1300 ed usata a lungo come prigione;
- il Campanile Cilindrico, raggiungibile percorrendo il ripido vicolo alla destra del palazzo comunale (Via della legna e Via del Modello).

L’itinerario continua attraverso Corso Cavour, arricchito da una splendida loggetta trecentesca e dal Palazzo del Podestà, edificio progettato da Angelo da Orvieto nella prima metà del ‘300. Proprio di fronte al palazzo si trova la Tipografia Grifani Donati, attualmente anche un museo, in cui è possibile ammirare, con la guida del proprietario Gianni Ottaviani,  macchinari del ‘700 ancora funzionanti. In fondo a Corso Cavour si trova Piazza Matteotti, detta “Piazza de’ sopra”, cuore sociale della città.

È il luogo ideale per una sosta in uno dei numerosi caffè prospicenti la piazza, ed ospita  lo  splendido  loggiato di Palazzo Bufalini, dove si può trovare lo IAT (ufficio informazioni turistiche) e i bagni pubblici.
Da questo punto in poi, la città assume l’aspetto che nel ‘400 le diedero i Vitelli, potente Signoria che “toscanizzò” la città alla stregua di Firenze, conferendole l’aspetto  rinascimentale che ancora oggi conserva.

I palazzi di Corso Vittorio Emanuele e dei rioni del centro storico rispecchiano i canoni architettonici cinquecenteschi e proprio per questo Città di Castello è più simile ad una cittadina toscana che non ad un tipico borgo umbro, solitamente di impianto medioevale e perlopiù arroccato in collina. In Corso Vittorio Emanuele  si trovano i negozi più di tendenza, che all’interno spesso celano imprevisti e suggestivi chiostri. In fondo al corso possiamo ammirare l’imponente Porta di Santa Maria Maggiore e alla sua destra l’omonima Chiesa. La porta risale alla metà del Trecento ed è quella meglio conservata delle quattro di accesso alla città. La chiesa è stata costruita dalla famiglia Vitelli alla fine del ‘400 ed è uno splendido esemplare di gotico italiano.
Fiancheggiando la chiesa per Via Borgo Farinario, si arriva a una zona di notevole interesse archeologico, oggi purtroppo abbandonata e in attesa di una destinazione d’uso.

Di fronte si trova il più suggestivo e famoso dei cinque palazzi Vitelli, Palazzo Vitelli alla Cannoniera, sede della Pinacoteca Comunale, seconda in Umbria per prestigio solo alla Galleria Nazionale di Perugia.
Alla destra di Palazzo Vitelli è situata la Chiesa di San Domenico, costruzione neogotica ma terminata soltanto nel 1424; al suo interno erano presenti la celebre Crocifissione Gavari di Raffaello (attualmente esposta alla National Gallery di Londra) e il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli, fortunatamente rimasto alla città e conservato in Pinacoteca

Ritornando in Piazza Matteotti e proseguendo verso nord, si giunge in Piazza Raffaello Sanzio, dove si trova la Chiesa di San Francesco. Al suo interno, sopra un altare laterale, è esposta una copia del celebre Sposalizio della Vergine di Raffaello, originariamente lì ubicato; il dipinto, perduto in seguito alle spoliazioni napoleoniche, è ora nella Pinacoteca di Brera a Milano.
Continuando il percorso per Via XI settembre si arriva alla piccola chiesa della Madonna delle Grazie: la costruzione originaria è trecentesca ma successivi e ripetuti interventi hanno trasformato l’edificio.

All’interno vi è custodita una splendida tavola raffigurante la Madonna delle Grazie eseguita nella seconda meta del ‘400 da Giovanni  di Piamonte, diretto seguace di Piero della Francesca.
Risalendo Via XI Settembre, da Piazza Raffaello si va per Via degli Albizzini dove si giunge alla Fondazione Burri, museo nazionale di arte contemporanea; insieme al museo degli Ex Seccatoi del tabacco, rappresentano il prestigioso lascito dell’artista alla città.

L’itinerario si può concludere con il più sontuoso dei cinque palazzi Vitelli cioè Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, vera e propria reggia della signoria. Soggetto a continui restauri, l’edificio è ora proprietà della Cassa di Risparmio di Città di Castello che lo ha recentemente riaperto al pubblico, utilizzando le sue splendide sale per mostre ed esposizioni temporanee.

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